“Salve, sono uno studente del Vicentino che vorrebbe dare un giudizio negativo all’istruzione in questo periodo di crisi”: comincia così la lettera scritta da Davide, studente delle superiori di Montebello Vicentino, al Ministero dell’Istruzione per segnalare le carenze e difficoltà legate all’insegnamento a distanza.
“Nessuno ha pensato che ci sono famiglie con un unico computer a casa? – scrive Davide – Studenti che abitano in campagna dove la connessione è quasi assente? Famiglie che sono costrette a isolarsi in appartamenti piccolissimi? Vorrei far notare come l’istruzione in questo momento stia lavorando solo con coloro che sono avvantaggiati, senza evidenziare coloro che tutto il resto dell’anno si sono impegnati e sono disposti a tutto pur di imparare. Il problema è che l’andamento scolastico di queste persone non sta, di fatto, né rimanendo costante né migliorando, bensì sta peggiorando. Quest’ultimi sono in preda a disperazione e a giudizi negativi, perché quando vengono interrogati la connessione non permette loro di rispondere in tempo o anche di intendere la domanda. Oltre a ciò saltano le lezioni, perché devono fare a turno con i fratelli, devono badare ai più piccoli e così via. Una soluzione sarebbe proprio quella di seguire non più videolezioni, ma sportelli non obbligatori, dare compiti che possono essere inviati tramite foto, così da non dover scrivere un documento word, e dare soprattutto la possibilità di organizzarsi. Per cui ritengo necessaria una mossa di innovazione che non sacrifichi gli studenti svantaggiati. Saluti”.
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